Alla scoperta di "Sa Domu de S'Orcu"

Alla scoperta di “Sa Domu de S’Orcu”

Sopralluogo questa mattina a “Sa Domu e S’Orcu” nel territorio di Castiadas, prima tappa di un percorso per la valorizzazione e la riscoperta di un sito archeologico che si appresta a divenire una delle meraviglie dell’archeologia sarda.

Il via a questa azione partirà dalla pulizia dei luoghi e al controllo delle condizioni in cui versa l’intero sito è stata voluto fortemente dalla Giunta con la collaborazione di alcune associazioni come “Archeo Sarrabus” guidata da Martino Zedda, la “Limen Sarrabus Gerrei” presieduta da Danilo Melis e da “Erta la Via Trekking” di Marco Melis e Mara Battilana, “Nuraghitours” guidata da Davide Contu insieme all’amministrazione municipale mirano a valorizzare tutto il ricchissimo patrimonio archeologico di Castiadas.

“Sa Domu e S’Orcu” è un complesso nuragico particolarmente suggestivo perché si trova a ridosso di una delle spiagge di Costa Rey – Santa Giusta, costruito su una piccola altura a 58 metri sul livello del mare.Al momento il nuraghe è per buona parte sepolto dalla vegetazione e fino ad ieri in stato di totale abbandono. L’azione propulsiva del sindaco Murgioni e dei volontari, intende imprimere un nuovo corso agli studi sul sito, con la convinzione che il nuraghe, una volta ripulito e fatto oggetto degli opportuni restyling possa rivelarsi uno dei più suggestivi dell’isola, con quello sguardo sul mare che suggerisce antiche saggezze architettoniche.Non è l’unico tesoro ereditato dal passato. Castiadas ha infatti un territorio ancora tutto da scoprire dal punto di vista archeologico che potrebbe divenire un’altra delle attrattive turistiche oltre allo splendore delle sue coste.

“Fino ad oggi troppo poco esplorato dagli archeologi Castiadas – secondo il sindaco Murgioni – si candida ad essere il prossimo punto di riferimento per quel turismo culturale che la Sardegna vuole attrarre per allungare la stagione turistica ai mesi spalla”.

LA COSTRUZIONE

“Sa Domu e S’Orcu” però è una costruzione che potrebbe portare nuove scoperte e nuove conoscenze sulla storia più antica dei sardi e della Sardegna. E’ forse uno dei pochi infatti che guarda il mare. La sua stessa architettura è molto complessa: l’edificio era accessibile dal lato sud-ovest dove è presente un corridoio lungo 3 metri. E’ costituito da un mastio bilobato ( due torri principali collegate tra loro ) erette nella parte più alta del colle e che inglobano gli spuntoni rocciosi su cui sono state costruite.Le due torri, di forma semi circolare, hanno un diametro di circa 7,50 metri, uno spessore di oltre 1 metro e un’altezza residua di 3,10 ~ 3,5 metri. Sono costituite da grandi massi alla base, poco lavorati ma posti in maniera precisa, che diventano più piccoli e meglio lavorati verso la cima. Il mastio principale é racchiuso da una cortina ante murale e da una muraria che comprende 5 torri secondarie, ad oggi non più visibili. Le fasce murarie interne sono imponenti, costituite da filari regolari di circa 4 metri di altezza per 10 metri di lunghezza; collegano le due torri principali tra loro nel lato nord-ovest e nord-est. A completare la cortina muraria troviamo un muro regolare di 15 metri di conci ben squadrati e di grandi dimensioni, che si innesta sia alle strutture rocciose che alle due torri principali, chiudendo il lato sud-est del complesso nuragico. I crolli non permettono di individuare strutture interne, ma solo di osservare alcune strette feritoie rettangolari larghe circa 20cm nelle torri. Al di fuori dell’antemurale, a pochi metri nel lato occidentale, si ritrovano due grandi strutture circolari separate dalla restante costruzione; si ipotizza siano più recinti o basi di capanne.

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